lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale


Per augurarvi un Felice Natale l'immagine di uno dei presepi in mostra permanente presso il Santuario di Montevergine a pochi chilometri da Avellino.


sabato 22 dicembre 2007

Antisemitismo




"Proprium humani ingenii est odisse quem laeseris"


ovvero


È tipico della mente umana odiare colui al quale si è recato danno


Tacito. Agricola, 42

sabato 15 dicembre 2007

Iniziativa di Psiche e Soma: Blogger contro gli abusi sessuali sui minori


L' abuso sui minori è la forma di violenza più ripugnante che esista e gli adulti hanno il dovere di sapere che i mostri non hanno le sembianze del criminale lombrosiano ma più spesso il volto rassicurante dell'amico di famiglia. Non si tratta di fare "cultura del sospetto" ma di tutelare l'infanzia.
I genitori hanno il dovere di saper riconoscere e interpretare l'infelicità dei propri figli. Una serie di voti cattivi e di assenze ripetute potrebbe richiedere qualcosa in più di un frettoloso rimprovero o di una semplice punizione.
Psiche e Soma ha promosso un'iniziativa informativa ammirevole sulla questione alla quale è giusto che il mondo dei blogger partecipi compatto.
Non aggiungo parole inutili e vi invito invece a leggere il post dell'iniziativa:

Marco Bellocchio gira un film su Benito Albino, il figlio segreto del Duce

Marco Bellocchio, il regista del cult-movie "I pugni in tasca", sta girando un film su Benito Albino, il figlio "segreto" che Mussolini ebbe da Ida Dalser, abbandonata per sposare donna Rachele e poi fatta internare in manicomio dove finirà i suoi giorni.
Il figlio, protetto dal fratello del duce, Arnaldo, finirà anche lui in manicomio, dopo la morte dello zio, e qui morirà per "shock insulinico" terapia all'epoca usata nel trattamento della schizofrenia.

Qui alcui passaggi tratti da un'intervista rilasciata da Bellocchio a Giovanni Bogani e pubblicata su Affari Italiani

"La storia d'amore tra Ida Dalser e Mussolini iniziò quando Mussolini era socialista, radicale, pacifista. Poi Mussolini diviene interventista, finalmente fascista, da ateo diventa qualcuno che vuole tenersi buona la Chiesa. In mezzo a tutte queste trasformazioni dell'uomo politico Mussolini, l'amore – se mai c'è stato – non poteva trovare posto. E mentre Mussolini ascende nella scala sociale e politica, lei precipita".


"Lei (Ida Dalser) non accetta tutto questo.
Continua a scrivergli, caparbia.
E questa caparbietà la porta al manicomio e alla fine a perdere la vita"

"Distruggendo sua madre, Mussolini aveva già segnato il destino di suo figlio, Benito Albino. Ma Mussolini non poteva permettersi che questa donna – che lo accusava di vigliaccheria personale, di bigamia – rimanesse in libertà"

"Aveva commesso ben altri delitti, Mussolini.
Ma questo comportamento simbolizza uno stile di Mussolini.
Le vittorie, aveva detto, hanno bisogno di un po' di morti"

venerdì 14 dicembre 2007

Dopo il figlio segreto di Mussolini anche quello di Hitler?


Che Mussolini abbia avuto un figlio dall'austriaca Ida Dalser pare sia vero.

Secondo Alfredo Pieroni, autore de "Il figlio segreto del Duce" , la donna morì nel 1937, dopo essere stata rinchiusa in manicomio.
Sempre in manicomio sarebbe morto anche il figlio, Benito Albino in seguito a "shock insulinico" , trattamento all'epoca utilizzato per la cura della schizofrenia.


E' una novità invece l'eventuale esistenza di un figlio di Hitler.
Autore dello scoop, per la verità poco verosimile, l'inglese Martin Bright, giornalista del Newsstatesman.
Hitler potrebbe avere avuto un figlio da una relazione con Unity Valkyrie Mitford, bella e aristocratica inglese appartenente ad una delle più blasonate famiglie del Regno Unito, imparentata finanche con Churchill.
Unity infatuata di Hitler e del nazismo si recò in Germania all'inzio degli anni '30, diventando amica intima di Hitler e del suo entourage, tanto da essere definita dai servizi segreti britannici "More Nazi than the Nazis (più nazista dei nazisti)".
Sconvolta dalla dichiarazione di guerra della Gran Bretagna alla Germania, cercherà di uccidersi sparandosi alla testa nel «Giardino inglese» a Monaco di Baviera; scampata miracolosamente alla morte rimarrà invalida. Morirà nel 1948 a soli 33 anni.
Nell'articolo di Martin Bright, ripreso in questi giorni anche dal Times, ci sarebbe però dell'altro.
La storia nasce da una telefonata fattagli da una certa Val Hann
«Mi raccontò che sua zia Betty Norton durante la guerra gestiva una clinica ostetrica, nell'Oxfordshire, frequentata dalla nobiltà, e che Unity Mitford era stata una delle pazienti. La clinica era tenuta con molta discrezione e lei aveva rivelato solo alla sorella, la madre di Val, che Unity aveva avuto un figlio. E Val, alla domanda su chi fosse il padre del bambino, mi rispose: Unity raccontava sempre che era di Hitler"».
Bright, scettico ma incuriosito, ha iniziato delle ricerche e ha trovato la signora Audrey Smith la cui sorella deceduta lavorava presso quella clinica. Audrey ha confermato a Bright di aver visto Unity ricoverata ma per problemi psichici e non per partorire.
L' ipotesi che Unity avesse avuto un figlio da Hitler non è stata confermata nè dalla sorella di Unity nè dagli autori del documentario «Hitler British Girl» che andrà in onda su Channel 4. Scettico anche lo storico Richard J. Evans secondo il quale "Unity Mitford’s relationship with Hitler was basically political (La relazione di Unity Mitford con Hitler era essenzialmente politica) "

mercoledì 12 dicembre 2007

Fotografie della mia città


Immagini incredibilmente belle di Avellino su questo Forum

giovedì 6 dicembre 2007

Gheddafi e la tenda



Gheddafi arriverà a Parigi il 10 dicembre prossimo per una visita ufficiale che durerà 3 giorni.

Avrebbe chiesto e ottenuto di piantare una tenda proprio davanti all'Eliseo dove dormirà e riceverà gli ospiti. Con le guardie del corpo pare giungeranno anche i cammelli.

Non è l'inizio di una barzelletta: la notizia è riportata da tutte le testate giornalistiche

Ma se arriva a Parigi il governatore dell'Alaska che fa? Si porta le foche e l'igloo?

mercoledì 5 dicembre 2007

Meglio un politicamente scorretto geniale che un politicamente corretto banale. O no ?

Questo benedetto buonismo veltroniano ha stufato un po' tutti, a destra e a sinistra.

E' per questo che a un politicamente corretto banale















La gente inizia a preferire i politicamente scorretti geniali















Esistono certamente i politicamente scorretti banali











Non mi viene in mente alcun politicamente corretto geniale











.






Questi i finti politicamente scorretti autenticamente infantili


Ho sperato in una sinistra migliore ma forse è questa quella che ci meritiamo.

sabato 1 dicembre 2007

Addio Capitano


Adriano Lombardi è volato in cielo.
Troverà tra le nuvole quei prati verdi dove tornare a correre.
Ha amato la nostra città ed Avellino lo ha amato più di ogni altro.



domenica 18 novembre 2007

Omen nominem: il destino è scritto nel nome. Anzi no nelle iniziali !




Leif Nelson, professore presso la Rady School of Management della University of California, e Joseph P. Simmons, professore di marketing presso la Yale School of Management, ritengono di aver dimostrato scientificamente che le iniziali dei nostri nomi sarebbero in grado di influenzare le nostre performance scolastiche e sportive, le nostre scelte lavorative, in definitiva i nostri successi e le nostre sconfitte.

Negli Stati Uniti, dove i voti scolastici vengono espressi con lettere da A a D, gli studenti con nomi che iniziano con C e D, corrispondenti ai voti più bassi, sarebbero i peggiori mentre quelli con i nomi che iniziano con A e B, oltre ad ottenere risultati migliori, sceglierebbero anche università più prestigiose.
Nel baseball si parla di “strikeout” quando il battitore subisce 3 strike e viene eliminato dal lanciatore; poichè lo strikeout è detto anche K, secondo Nelson e Simmons, i giocatori con nomi che iniziano con la K sarebbero quelli più spesso eliminati.

Questi riscontri sono riportati in un articolo pubblicato sul numero di marzo di Psychological Science, nel quale il cosiddetto “name-letter effect” assurge a dignità di vera e propria malattia. Le “Moniker Maladies”, come le definiscono gli autori, costituirebbero una psico-patologia in cui le iniziali dei nomi influenzerebbero in maniera inconscia i nostri obiettivi.

Senza alcune precisazioni, il lavoro dei due ricercatori americani avrebbe meritato la candidatura agli Ig Nobel per il 2007, quei premi assegnati ogni anno ironicamente, nel Sanders Theatre dell' Harvard University, a ricerche scientifiche di dubbia utilità, sponsorizzati dalla rivista scientifica-umoristica Annals of Improbable Research .

Che dire?
Che nell’interesse dei Ciro e delle Donatelle sarebbe meglio tornare agli zero spaccato e ai dieci e lode; i miei vecchi compagni di liceo ricorderanno che il primo della classe aveva nome e cognome che iniziavano con la C!
E forse è per questo che in Italia su 11 presidenti abbiamo avuto un Ciampi, un Cossiga e un De Nicola.

Ma c’è qualcosa che comunque non quadra: tra gli ultimi 5 presidenti degli USA 2 avevano cognomi che iniziavano con la C e un amico americano mi ha giurato che a scuola Clinton era più bravo di Bush…
E meno male che Kakà non gioca a baseball!

sabato 17 novembre 2007

Sacconi come Kruscev ?






Il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi imita Nikita Kruscev e sbatte la scarpa sul banco del Senato.
Peccato che il costoso scarpino, benchè più elegante di quello del leader sovietico, non gli basterà ad entrare nella storia...

venerdì 19 ottobre 2007

Dal blog di Beppe Grillo: La legge Levi-Prodi e la fine della Rete


Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet.
Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

Concordiamo con Beppe Grillo sul fatto che questa legge ha tutte le sembianze di una legge liberticida, un attacco di Stato alla libertà di espressione e di informazione attraverso il ricorso ad una forma di censura neanche tanto mascherata.
Nasce, guarda un po', in un momento in cui la critica alla classe politica nel suo complesso vede nei blog uno degli strumenti più efficaci e popolari
Le rassicurazioni di Levi non ci convincono. La storia ci dice che la repressione della libertà di stampa, in ogni sua forma, non ha mai portato a niente di buono.

giovedì 18 ottobre 2007

FERMIAMO LE IMPICCAGIONI IN IRAN


L’ondata di impiccagioni in Iran continua.
Negli ultimi 130 giorni, in Iran, ci sono state almeno 92 impiccagioni.
In un solo giorno, il 5 settembre, 21.
L’Iran relativamente alla sua popolazione, detiene il numero più alto di esecuzioni al mondo.
All’Iran appartiene il record di esecuzioni su minorenni.
Attualmente, almeno 600 persone rinchuse in carcere attendono di essere gustiziate.

L’atto barbarico della lapidazione viene tuttora messa in pratica e 8 donne sono in attesa di essere lapidate. "Nessuno Tocchi Caino" e “Helsinki Watch” organizzano un incontro per condannare i crimini del regime iraniano e per fermare le impiccagioni in Iran.
La invitiamo a partecipare per denunciare e per fermare questa inaudita ondata di esecuzioni

Mercoledì 24 Ottobre ore 17:00

Teatro Capranica,P.zza Capranica, 101 - Roma


giovedì 11 ottobre 2007

ANTONIO IAVARONE DELLA COLUMBIA UNIVERSITY CONTRO La "MALA UNIVERSITA'" ITALIANA


Proprio ieri avevo ripreso in un commento un mio vecchio post nel quale scrivevo


"Che la fuga di cervelli continui ancora è un dato di fatto. Ma non è una questione solo di fondi. Esiste indiscutibilmente negli USA (e non solo) una meritocrazia a noi ignota"



"Per l’ennesima volta assistiamo ai successi scientifici
di cervelli italiani emigrati all’estero per poter lavorare. Passano gli
anni ma le ataviche anomalie del nostro sistema universitario -
mortificato da un nepotismo secolare, da un carrierismo sfrenato e da un
ingerenza della politica sempre più invadente– si inquadrano ancor’oggi
nel quadro di una sindrome cronico-degenerativa della quale si è certi
solo della prognosi infausta".





Una conferma a quanto scrivevo ieri arriva, guarda caso, proprio oggi da una fonte infinitamente più autorevole della mia.


Antonio Iavarone, in un'intervista pubblicata oggi in prima pagina su "Il Mattino" di Napoli, lancia una violenta accusa al sistetma universitario italiano.



Così dice Iavarone, oncologo pediatriaco beneventano di fama internazionale da 10 anni alla Columbia University di New York, dopo aver lasciato il Policlinico Gemelli di Roma:


"Le università italiane sono in mano ai baroni, non sono i
migliori a occupare le posizioni più importanti. E' un sistema che non si basa sul merito, ma sul clientelismo: si fa carriera per conoscenza. La bravura non paga..."



sui fondi destinati alla ricerca



"Si investe poco, ma soprattutto si investe male. E' sbagliato
reclamare più soldi alla ricerca, se si continua a finanziare cattiva
ricerca"



sui concorsi e sulle promesse fatte da Mussi di sbloccare 20 milioni per assumere 1000 ricercatori



"E' un segno della volontà di illudere di cambiare le
cose...20 milioni sono bazzecole e i concorsi sono l'emblema della
"malauniversità". Nella maggior parte dei paesi occidentali non si "entra" per concorso. I ricercatori sono scelti per le loro capacità per le loro pubblicazioni che hanno prodotto, per le scoperte che hanno fatto"



infine la sua proposta:


"L'Italia dovrebbe seguire l'esempio della Spagna e di Singapore e creare centri di ricerca internazionale, gestiti da autorità riconosciute dalla comunità scientifica e popolati da scienziati che lavorano al top della ricerca scientifica...Non sulla base di concorsi fasulli"

martedì 9 ottobre 2007

NOBEL PER LA MEDICINA ALL' ITALO-AMERICANO CAPECCHI.LASCIO' L'ITALIA A 9 ANNI CON LA MADRE ANTIFASCISTA SOPRAVVISSUTA A DACHAU


Assegnato all'italo-americano Mario R. Capecchi il Premio Nobel per la Medicina 2007.
Insieme a Capecchi premiati Evans e Smithies.
Il prestigioso riconoscimento è stato dato per gli studi condotti "per introdurre specifiche modificazioni genetiche nei topi, utilizzando cellule staminali embrionali".

Il professor Capecchi lavora all'University of Utah ed è stato allievo del premio Nobel James Watson che con Francis Crick scoprì la struttura del DNA.

Il frutto principale del lavoro di Capechi è il "gene targeting" ossia la sostituzione mirata di un pezzo di DNA con un altro.
La prospettiva futura: la possibilità di sostituire geni difettosi per curare malattie attualmente incurabili.

Nato in Italia, a Verona, il 6 ottobre del 1937, da madre americana e da padre italiano, ha trascorso in Italia i primi anni dell'infanzia.
Il padre aviatore del nostro esercito fu abbattutto all'inizio della guerra;
Così Capecchi parla della madre, Lucy Ramberg, poetessa perseguitata dal nazi-fascismo e deportata nel lager di Dachau:

"Prima dell’inizio della guerra aveva scritto contro il fascismo e a guerra iniziata aveva continuato, anche contro il nazismo.

Sua mamma era una pittrice americana che viveva a Firenze e
il padre era tedesco.

Mia mamma odiava l’oppressione, la dittatura, la mancanza
di libertà e i suoi versi lo dicevano con grande chiarezza.

La Gestapo le dava la caccia e la trovò in un maso dell’altopiano della Renon nel 1941. Venne deportata a Dachau, che allora era un campo di concentramento solo per detenuti politici; i nazisti e i fascisti volevano fermare lei e le sue poesie. Fu
catturata poco a Nord di Verona, in Alto Adige, quando non avevo che quattro
anni e mezzo.

Mi trovai da solo, per strada. Cercavo il cibo, avevo fame. Dall’età di 4 anni e mezzo fino a 9 anni ho vissuto per le strade di Bolzano, Verona, Reggio Emilia. Il mio unico pensiero era mangiare, evitare i pericoli e sopravvivere. Ero affamato. Ho vissuto giorno per giorno. Non sapevo se avrei mai più rivisto mia madre. Fu lei a trovarmi in un ospedale di Reggio Emilia il 6 ottobre 1946, il giorno dei mio nono compleanno. Fu come un miracolo, quel giorno tornai a vivere.

L’Italia era distrutta, restammo a Verona per un altro anno e mezzo, ma poi la decisione fu di andare in America"

martedì 2 ottobre 2007

A TORINO CONVEGNO SU ANTISEMITISMO


LE FORME DEL PREGIUDIZIO:

i confini mobili dell' antisemitismo

Una riflessione sui percorsi tortuosi del pregiudizio antisionista e antiebraico a Torino.


Le distinzioni e le sovrapposioni tra i due atteggiamenti.


Ne parlano:

Marco Brunazzi, Claudio Vercelli e Paolo Di Motoli

Organizzazione in collaborazione con l'Istituto Salvemini.

martedì 9 ottobre, ore 21.00, Centro Sociale - P.tta Primo Levi

domenica 30 settembre 2007

INTERVISTA RILASCIATA A GIOVANNA CANZANO




Appena pubblicata su "Caserta 7" e su "Iniziativa Meridionale" una mia intervista rilasciata a Giovanna Canzano, giornalista autrice di vari articoli sul tema del revisionismo storico.

Articolo su Caserta Sette
Articolo su Iniziativa Meridionale

mercoledì 26 settembre 2007

MORTO RAUL HILBERG


Il 4 agosto di quest'anno a 81 anni è morto Raul Hilberg.

Autore di "La distruzione degli ebrei d'Europa" è stato il più importante storico della Shoah.

martedì 17 luglio 2007

Allarme OMS su commercio di organi


Era il 63 quando Alberto Sordi interpretava la parte dell’imprenditore fallito che accettava di vendere il proprio occhio al vecchio miliardario pur di riappropriarsi del proprio tenore di vita.
Il Boom ,diretto da De Sica e scritto da Zavattini , fu accolto freddamente dalla critica.
A oltre 40 anni di distanza, nel racconto del grande sceneggiatore neorealista c’è più profezia che surrealismo.
Ma a vendere i propri organi, o quelli del proprio figlio, non è l’aspirante capitalista del boom economico, bensì un derelitto del Pakistan che cede un rene per un pezzo di pane

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lancia l'allarme a Ginevra: "il 5-10% di tutti i reni trapiantati nel mondo nel 2005 proviene da questo circuito (commercio d'organi ndr)", fenomeno peraltro in continuo aumento.

Fegato, midollo, reni, sono venduti da disperati di paesi del terzo mondo, quali Pakistan, Egitto e Filippine, a malati provenienti dai paesi del mondo occidentale che non trovano organi disponibili per le lunghe liste d'attesa.

Farhat Moazam del Sindh Institute di Urologia e trapianti di Karachi, in Pakistan, parla di un vero e proprio "turismo dei trapianti"; "in aree povere del Paese ci sono villaggi in cui il 40-50% della popolazione ha un rene solo perche' l'altro l'ha venduto". Per quanto? "Spesso per un organo vengono promesse anche piu' di 150 mila rupie (2.500 dollari) ma poi, tolti i costi medici e la quota che spetta al mediatore, cio' che resta a chi vende e' molto meno".

domenica 8 luglio 2007

SMS SOLIDALE PER L'OASI WWF DI VANZAGO



SMS solidale per la tutela di uno degli ultimi boschi di pianura italiani.
Dall' 8 luglio all'8 agosto sarà possibile donare un euro con un sms al numero 48585.
Il bosco è' l'Oasi Wwf di Vanzago che è al centro di una campagna realizzata da Rds in occasione del Live Earth, il megaconcerto che si terrà il 7 luglio
L'intervento per l'Oasi di Vanzago, bosco a pochi Km dalla Fiera di Milano- Rho, è stato presentato da Carlo Gola, amministratore Oasi WWF. «È un piccolo miracolo di 200 ettari ricevuto in eredità dalla famiglia Cantoni nel 1997, sono 200 ettari di biodiversità».
L'obiettivo è raggiungere 200mila euro per ampliare il bosco, creare corridoi verdi per collegare quella di Vanzago alle altre aree boschive, aiutare il centro di recupero degli animali selvatici dove vengono curati gli animali del bosco.
Molte cose si potranno fare anche senza si raggiungere i 200mila euro ma si ha spera nella possibilità di raggiungere l'obiettivo, puntando anche a fare ritornare la cicogna bianca nell'antico bosco di Vanzago.

venerdì 8 giugno 2007

The Lancet divorzia dai mercanti d'armi


Finalmente l'auspicato divorzio tra la Reed Elsevier , colosso dell'editoria scientifica internazionale che pubblica oltre 2000 riviste scientifiche fra cui la prstigiosissima The Lancet, e i mercanti d'armi, per i quali organizzava fiere commerciali attraverso la sussidiaria Reed Exhibition.


L'allarme su queste liaisons dangereuses era da tempo stato lanciato da larga parte della comunità scientifica.


Tra i primi a interessarsi della questione Richard Smith, già editore del British Medical Journal, rivista inglese da sempre apprezzata non solo per il rigore scientifico delle pubblicazioni ma anche per l'autonomia nei confronti dell'ndustria farmaceutica.

In un articolo pubblicato a marzo sul Journal of the RoRoyal Society of Medicine, Smith scriveva

"Riuscite a immaginare una compagnia di tabacco che pubblica riviste di Medicina? Probabilmente no (..) Ma se non riuscite ad immaginare una tale assurdità, potete immaginare una compagnia che contemporaneamente propaganda il commercio di armi e pubblica riviste di Medicina? Bene, non dovete sforzarvi troppo a immaginare, perché quell’a compagnia esiste. In effetti è la Reed Elsevier, la più grande casa editrice al mondo di riviste medico-scientifico. E la più elegante delle pubblicazioni del Elsevier The Lancet(..). Sembra una commedia di Ionesco"


Vedere in proposito:

R. Smith: "Reed-Elsevier's hypocrisy in selling arms and health".J R Soc Med. 2007 Mar;100(3):114-5

on line:


C. Young, Golee F. "Reed Elsevier's arms trade". BMJ. 2007 Mar 17;334(7593):547-8

M. Pelly, I. Gilmore "Reed Elsevier and the arms trade revisited". Lancet 2007 Mar 24;369(9566):987


venerdì 18 maggio 2007

Gaetano Salvemini a 50 anni dalla morte


SEMINARIO DI STUDI STORICI

Con la collaborazione della
UNIVERSITÀ DI NAPOLI “L’ORIENTALE”
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA E POLITICA

PROGRAMMA

16 maggio 2007 ore 9,30 Teatro Tasso

Saluti:
MARCO FIORENTINO, Sindaco di Sorrento
ALBERTO BOTTINO, Direttore Ufficio Scolastico Regionale per la Campania
MARCO CASTAGNA, Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Campania
PIETRO SAGRISTANI, Assessore Solidarietà Provincia di Napoli
FRANCESCO PAOLO VENTORINO, Dirigente Scolastico Liceo Scientifico Statale “G. Salvemini” Sorrento

Proiezione film:

“ The himn of the nations ”
di Alexander Hammid (USA, 1944) durata 20 min.
per gentile concessione dell’Archival Film of the Library of Congress - Washington. (adattamento e cura: Gennaro Avitabile)

GAETANO ARFÉ, Università di Napoli
“Gaetano Salvemini nella storia del Novecento”

21 maggio 2007 - ore 9,30 Teatro Tasso
NICOLA TRANFAGLIA, Università di Torino
“Salvemini e il Fascismo”

9 ottobre 2007 - ore 9,30 Teatro S. Antonino
GIUSEPPE ARAGNO, Archivio Storico del Movimento Operaio - Napoli
“Salvemini e la questione meridionale”

11 ottobre 2007 - ore 9,30 Teatro S. Antonino
FRANCESCO SAVERIO FESTA, Università di Salerno
“Stato e Chiesa in Salvemini”

12 ottobre 2007 - ore 9,30 Teatro S. Antonino
LUIGI PARENTE, Università di Napoli “L’Orientale”
“Salvemini e la nascita della democrazia in Italia”

INIZIATIVE COLLEGATE

16 Maggio 2007 sede centrale Liceo Salvemini
Mostra Bio-bibliografica di Gaetano Salvemini
a cura dell’editore RAIMONDO DI MAIO.

19 Maggio 2007 ore 9,30 Teatro Tasso
“L’attualità di Gaetano Salvemini: I nemici della democrazia di ieri e di oggi (dai totalitarismi alle criminalità organizzate)”.
RAFFAELE LAURO, Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle Iniziative Antiracket e Antiusura.

GIORNATA CELEBRATIVA
6 Settembre 2007 Teatro Tasso

Proiezione del film documentario:
“Salvemini” di Nicola Salvemini (Italia, 2007).

INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA


21 Dicembre 2007 ore 9,30 Teatro Tasso

DIBATTITO CONCLUSIVO
Premiazione vincitori premio Salvemini

giovedì 10 maggio 2007

Mattogno 2 : Risposta di Rotondi: nessuna risposta





E’ di questi giorni un’altra replica di Carlo Mattogno alle mie riflessioni

Non ci sarà l’ennesima mia confutazione: il troppo storpia e stanca i lettori (per la verità pochini...) probabilmente già ampiamente annoiati dai nostri polpettoni olocaustici.
Qualsiasi cosa io possa dire, so già che il revisionista mai rinuncerebbe all’ultima parola un po’ per suo habitus comportamentale, un po’ per ossequio a quella strategia retorica e argomentativa, propria del negazionismo, che Richard J. Green, in uno dei tanti scritti che mi diletto a citare senza aver mai letto…, efficacemente ebbe a definire war of attrition in cui

Mi stupisce invece che colui che si autoproclama senza falsa modestia e senza presunzione, il revisionismo storico in Italia si prenda la briga di pubblicare prima un libro di 80 pagine quindi un altro scritto di 103 pagine corredato da ben 89 note al solo scopo di rispondere al phamphlet di un oscuro dilettante, "chirurgien (?) de province qui s'ennuie". Je vous remercie mais je ne suis pas un chirurgien comme je n'était pas un philosophe... Je suis seulement un cardiologue "de province" qui travaille dans un grand hôpital avec beaucoup de malades et je n'ai pas le temps pour me ennuyer... Excusez-moi mais je ne sais pas quesque c'est un "expert des choses schoatiques".
Dovrei forse essere lusingato del fatto che l’attuale punta di diamante del revisionismo olocaustico mondiale abbia inteso dedicarmi tanto del suo prezioso tempo sottratto a “studi ben più seri”; nel contempo tremo al pensiero di quanto avrebbe scritto se esperti mondiali quali Pressac, Piper o Van Pelt avessero avuto l’ardire di “confrontarsi con i suoi scritti” ? «Μέγα βιβλίον, μέγα κακόν *» : Callimaco per il momento trasalirebbe dinanzi al suo paventato studio in 2 volumi sui forni crematori!
Mattogno, mi creda, non per protervia olocaustica ma per amore dell’elegia, mi risulta difficile rispondere alla sua lunga lista della lavandaia. Anche perché ad un mio intervento civile e pacato, senza alcun epiteto offensivo, mi si è risposto assai maleducatamente dandomi del millantatore, del saccheggiatore, dello scopiazzatore, dell’ ignorante talora “tenebroso” talora “prodigioso” (preferisco prodigioso) e seppur indirettamente del ciarlatano, accusandomi di essere in malafede e complice delle menzogne degli assassins de la vérité. Prolungare un dibattito del genere ad libitum diventerebbe lezioso, noioso, inutile; consolidarlo sui toni ingiuriosi e livorosi proposti da Mattogno ci porterebbe inevitabilmente ad una bega da pollaio e ad una rissa pacchiana on line che non era nei miei intenti ed è assai lontana dal mio stile.

E’ deludente per non dire banale che, parafrasando Vidal-Naquet, venga usata la definizione di assassins de la vérité in riferimento alla Storia proprio da chi si presenta come revisionista; non per il “reato di lesa maestà olocaustica”, come potrebbe pensare qualche sprovveduto, ma perché, se esistesse la verità storica, non ci sarebbe necessità di alcuna ricerca storica. La Storia è fatta di ricerche, interpretazioni e, mi si consenta l’ossimoro, conclusioni mai definitive che tendono alla Verità ma si fermano alla semplice veridicità la quale, mutuando un termine giuridico, può al massimo concedersi assoluzioni o condanne al di là di ogni ragionevole dubbio.

Accetto invero la definizione di “dilettante della storia”, da me stesso inaugurata. Ho detto e confermo che Mattogno è un grande conoscitore di Auschwitz e dei suoi archivi, non spetta a me invece sostenere se sia o meno un “dilettante della storia” per quanto iper-informato: non ne ho la competenza. Uno dei tratti distintivi del dilettantismo è proprio la conoscenza maniacale ed ossessiva di uno specifico argomento, ciò non ci rende automaticamente professionisti della materia. Posso però affermare di non essere un “dilettante scientifico” e, mi par di capire in verità, che Mattogno non mi rivolga tale accusa. Absit iniura verbis, devo invece dire che è Mattogno un “dilettante della scienza” e lo dimostrano le sue imprecisioni e i suoi errori grossolani, lo confermano le sue giustificazioni inconsistenti; non si tratta di voler “inchiodare nessuno al passato” perché, che io sappia, le proprietà dell’acido cianidrico o l’epidemiolgia cardiovascolare non hanno subito alcuna modifica dall’apertura degli archivi moscoviti…

Non rispondo, non confuto e non consiglio. Mi limito a trasmettere a chi si autoreferenzia come “il revisionismo storico in Italia” il suggerimento di un mio illustre concittadino
la semplicità è compagna della verità come la modestia lo è del sapere”.

Concludendo Risposta di Rotondi: nessuna risposta
* Μέγα βιβλίον, μέγα κακόν (Mega biblìon, mega kakòn) letteralmente "grande libro, grande male"

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Della Casa G: Galateo overo de' costumi, BUR Milano 1992

PS: My Banned Holocaust Interview è talmente introvabile da trovarsi su internet anche gratis!
e può essere acquistato ordinandolo on line su numerosi siti:

Questa si che è una “cosa gustosa”!






sabato 21 aprile 2007

Non c'è pudore


Che un video del genere inizi e finisca con lo spot della Fineco è nauseante.


E non è la prima volta...
PS: il video in questione è " Virginia, il video del killer" nella sezione archivio (19.4.2007)

giovedì 15 marzo 2007

Amnesty contro la repressione su Internet






Amnesty International lancia una campagna globale contro la repressione su internet che ha l’obiettivo di restituire al web la sua caratteristica di forza per il cambiamento, a fronte della crescente disponibilità delle aziende ad aiutare la censura e la repressione.


I governi stanno intensificando il giro di vite nei confronti di chi usa internet per comunicare i propri punti di vista e contestualmente negano ai propri cittadini l’accesso alle informazioni.


Il quadro della repressione è il seguente: utenti di internet arrestati, internet café chiusi, chat room sorvegliate, blog cancellati, siti bloccati, notizie dall’estero censurate, motori di ricerca sottoposti a filtri per non trovare “risultati” sensibili...


“Internet può essere un grande strumento per la promozione dei diritti umani: gli attivisti possono far sapere al mondo cosa accade nel proprio paese con un solo click.


Ma il potenziale di internet per il cambiamento è sotto l’offensiva di quei governi che non tollerano la libertà d’informazione e di quelle aziende che sono disposte ad aiutarli a reprimerla” – denuncia Amnesty International.


Sun Microsystems, Nortel Networks, Cisco Systems, Yahoo! e Google sono tra le compagnie che collaborano coi governi per censurare internet o rintracciare singoli utenti.


Le adesioni alla campagna irrepressible.info saranno presentate a novembre a un’importante riunione dell’Onu sul futuro di internet.


Sarà presente anche nella home page di www.amnesty.it, il sito della Sezione Italiana di Amnesty International.




Firma gli appelli a Microsoft, Google e Yahoo !




lunedì 5 febbraio 2007

Chiudere Guantánamo, ora!




Guantanamo: più che una prigione un vero e prorio lager .

Amesty si sta battento per la chiusura definitiva del carcere americano costruito nella base miltare di Guantanamo bay a Cuba.

Firma l'appello on line:

venerdì 26 gennaio 2007

Giornata della Memoria a Caserta



A Caserta la manifestazione per il giorno della Memoria si è svolta con un incontro-dibattito presso l’Auditorium di via Ceccano al quale hanno partecipato gl studenti degli Istituti superiori della città.
Gli organizzatori hanno intitolato l'evento traendo spunto dal titolo del mio libro Luna di miele ad Auschwitz”: revisionismi e negazionismi della Shoah".
Ringrazio i dirigenti scolastici, i docenti e gli alunni del liceo scientifico “Armando Diaz”, l'Istituto Campano per la Storia della Resistenza “Vera Lombardi” e il Centro Studi "Daniele" per avermi dato la possibilità di partecipare a questa iniziativa così stimolante.
La manifestazione è iniziata con la proiezione del filmato Memoria in cui sono stati assemblati spezzoni di famosi film sulla Shoah (Il pianista, Il giardino dei Finzi Contini, Schindler’s List, Portiere di Notte, La tregua, Il diario di Anna Frank) alle interviste fatte a Polansky, Spielberg e Liliana Cavani.
Ha fatto seguito un mio breve intervento, quello di Felicio Corvese (ICSR-Centro Daniele), di Luigi Parente (Istituto Universitario Orientale), di Francesco Soverina (ICSR “Vera Lombardi”) e dei docenti del Liceo "Diaz".
Al termine alcuni studenti hanno fatto una serie di domande, tutte molto interessanti, ponendo in particolare l'accento sulla vexata quaestio della legge Mastella, criticata in verità da tutti i relatori.

giovedì 11 gennaio 2007

Replica a Carlo Mattogno


Problemi editoriali rendono lunghi i tempi di stampa di questo articolo.
Ho deciso perciò di mandare on line questa prima versione anche se eccessivamente prolissa per un Blog.
Mi scuseranno per questo i lettori.


RISPOSTA A CARLO MATTOGNO
di Francesco Rotondi

In risposta a Luna di Miele ad Auschwitz. Riflessioni sul negazionismo della Shoah un mio libro edito da ESI, Carlo Mattogno, esponente di spicco del cosidetto “negazionismo scientifico”, ha recentemente replicato, pubblicando “Ritorno dalla luna di miele ad Auschwitz. Risposte ai veri dilettanti e ai finti specialisti dell’anti-“negazionismo” e rispondendo sia in relazione ai propri scritti che a quelli del chimico Germar Rudolf, attualmente detenuto in Germania.
Concordo con Mattogno su di un solo punto: coinvolgere in tali questioni legislatori, poliziotti e magistrati non è giusto né utile; non ho plaudito all’arresto di Irving e non mi compiaccio di quello di Rudolf: un reato di opinione, anche la più detestabile, non credo debba essere punito con la carcerazione: "je déteste ce que vous écrivez, mais je donnerai ma vie pour que vous puissiez continuer à écrire", l'abbia detto o meno Voltaire, il concetto è certamente condivisibile.

Mattogno nel suo libro, edito dalle edizioni Effepi, mi attribuisce due errori metodologici di fondo
”.
Il primo
consisterebbe nella mia conoscenza del revisionismo “indiretta, filtrata dalle lenti deformanti di vari propagandisti olocaustici” e cita a tal proposito Deborah Lipstadt, Valentina Pisanty, Francesco Germinario e
John C. Zimmerman.
Confermo di aver letto e con grande interesse gli scritti degli autori che menziona ma penso che dalla lettura del mio saggio emerga con chiarezza come la mia critica nasca dall’analisi diretta di tutti i lavori esaminati siano essi negazionisti che anti-negazionisti; peraltro l’idea chiave del mio lavoro non coincide con l’impostazione più accettata da gran parte di quella storiografia ufficiale, dispregiativamente etichettata come "sterminazionista", ossia di limitarsi a discutere “sui” piuttosto che “conles assassins de la mémoire e replicare a chi nega l’esistenza delle camere a gas non è di fatto in completa sintonia con l’atteggiamento di alcuni studiosi cui fa riferimento; che io abbia riproposto molte loro tesi è verissimo ma ciò rientra nello spirito di un saggio che non fa mistero di essere tutt’altro che negazionista.
L’altro errore sarebbe di aver esaminato solo parte dei suoi studi.
Non era mia intenzione analizzare l’opera omnia della esorbitante produzione di Mattogno; ho inteso presentare semplicemente un’agile raccolta di considerazioni sul “negazionismo scientifico” e non la sua biografia…, altri negazionisti sono stati invece totalmente ignorati, avrei però dovuto scrivere una “Treccani” e non un volume di 172 pagine; “si chaque fois qu’un “révisionniste” produit une affabulation, il faut lui répondre, les forêts du Canada n’y suffiraient pas”, scrisse a suo tempo lo storico Pierre Vidal-Naquet, da poco venuto a mancare.
In virtù della mia formazione culturale, fra le argomentazioni che cercano di dimostrare l’inesistenza delle gassazioni omicide, mi sono soffermato più dettagliatamente sulla questione dei residui di cianuro nelle camere a gas, limitandomi, come esplicitato nel testo, solo ad esaminare “sinteticamente” e "per completezza" gli altri due punti: l'assenza di buchi nei tetti dei crematori e le caratteristiche tecniche dei forni crematori.
Il mio lavoro è evidentemente incentrato sulla problematica chimica e poiché Mattogno si è interessato prevalentemente agli altri due aspetti, lo spazio relativo alla sua attività ne risulta inevitabilmente circoscritto.
Il mio libro non avrebbe potuto comunque essere aggiornato alle sue ultime pubblicazioni - che non mi pare rivelino novità così scovolgenti - perché completato nel 2003 anche se stampato solo nel 2005 con minime modifiche. Questi, solitamete così puntiglioso, avrebbe potuto notare che su oltre 200 voci bibliografiche c’è n’è solo una del 2004...

Ritengo che "Luna di miele ad Auschwitz" sia comunque al momento il libro in cui le tesi di Mattogno siano maggiormente analizzate.

Luigi Parente, che Mattogno poco elegantemente definisce “tale”, non ha bisogno né di presentazione né di difesa. E’ storico assai noto ed autorevole, professore di Storia Contemporanea all’Università "L’Orientale" di Napoli ed ha avuto il solo "torto" di onorarmi della sua bella prefazione.

Per quanto mi riguarda, posso rassicurarlo: sono un "dilettante vero" ; la mia sola laurea è in Medicina e Chirurgia seguita dalla specializzazione in Cardiologia e nel 2001 non frequentavo l’Università di Salerno ma lavoravo all'Ospedale Fatebenefratelli; Francesco Saverio Festa non è mai stato, ahimè, mio relatore ma è indubbiamente mio carissimo amico, insegna effettivamente all’Università di Salerno e dirige da anni, con passione e coraggio non indifferenti, l’Osservatorio Politico-Sindacale “Gaetano Vardaro che ha voluto presentare il mio libro ad Avellino. Come spiegare allora il falso scoop di Mattogno che mi promuove “finto dilettante”, attribuendomi immeritatamente “una tesi di laurea (e quindi anche una laurea, suppongo, in Storia e Filosofia) discussa nell’anno accademico 2000-2001 col prof. Saverio Festa”, con tanto di nota a piè di pagina e indirizzo internet ? Chiarisco subito l’equivoco al solo scopo di evitare di emulare il sedicente ingegner Leuchter e diventare a mia volta sedicente filosofo: tempo fa, Franceso Saverio Festa inviò il mio manoscritto a un collega dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza; qui qualcuno, mettendo ordine tra le carte, l’avrà catalogato per errore come tesi di laurea nella biblioteca: parafrasando Mattogno “un documento non falso ma falsificato”. Spero soltanto che a questo punto Mattogno valuti l’attendibilità delle fonti con un criterio un po’ più rigoroso di quello usato nei miei confronti….

Riguardo alle altre obiezioni rivoltemi da Carlo Mattogno, mi limiterò a delle brevi considerazioni sulle questioni più squisitamente tecniche, sorvolando su quelle strettamente storiografiche; tuttavia, tra le argomentazioni storiche – sulle quali Mattogno si sofferma a lungo e su cui io, non intendendo atteggiarmi a storico, ho riportato solo qualche dato per facilitare la lettura - c’è n’è una alla quale, per il carattere “tecnico”, intendo però controbattere: il significato del termine Sonderkeller .

SONDERKELLER
Esiste un noto documento in cui i locali adibiti a camere a gas del Krematorium II di Auschwitz vennero imprudentemente chiamati Sonderkeller (cantine speciali). I negazionisti hanno dato molteplici spiegazioni per attribuirgli un ruolo diverso da quello palesemente omicida; per Mattogno sono “speciali” perché “unici dotati di impianto di disaerazione”; in precedenza aveva però affermato che il termine “rientra(va) nella terminologia Sonder-, applicata alla lotta contro il tifo” mentre “Vergasungskeller [scantinato a gas] designa(va) uno scantinato di disinfestazione”; La metamorfosi interpretativa potrebbe essere legata al fatto che, se fossero state semplici camere di disinfestazione, avrebbero presentato concentrazioni di cianuri molto più elevate, come riscontrato proprio dai negazionisti nelle vere camere di disinfestazione e confermato anche dai ricercatori dell’Istituto di Medicina Legale dell'Università di Cracovia sotto la guida del professor Jan Markiewicz. Viene fornita l’ennesima interpretazione, anche se non si capisce cosa avesse di tanto speciale un impianto di disaerazione (peraltro non “unico” trovandosi anche in altri edifici quali il Krematorium III) in un posto in cui di cose “speciali” ne esistevano ben altre. E perchè la stessa camera era chiamata anche "scantinato a gas"? Perchè una camera con impianto di disaerazione - che non sarebbe una camera a gas e neanche di disinfestazione ma, mi par di capire, un obitorio “speciale” - dovesse avere una porta a tenuta di gas con spioncino, spioncini che talora avevano griglie protettive? Per proteggersi da chi? Dai morti?

I GAS DELLO STERMINIO: OSSIDO DI CARBONIO E ACIDO CIANIDRICO
A proposito dell' ossido di carbonio (CO) e dell'acido cianidrico (HCN), Mattogno mi chiede come mai se “lo sterminio fosse un’azione pianificata dai vertici del governo tedesco” questo “poi si sarebbe però completamente disinteressato della sua realizzazione pratica”, usando in campi diversi, veleni differenti. E’ assurdo pensare che Adolf Hitler, dopo aver ordinato la Soluzione Finale, indicasse anche quale agente chimico usare, caso mai consigliandone anche le concentrazioni e i tempi di esposizione. E a proposito dello Zyklon B (nome commerciale dell’acido cianidrico) scrive “Rotondi confonde i tipi di filtro delle maschere antigas con la concentrazione di acido cianidrico nello Zyklon B (che era sempre la stessa)!” Faccio sommessamente notare che l’informazione non è parto della mia fantasia ma riportata da una fonte autorevolissima. E' Raul Hilberg a scrivere nella sua opera monumentale: “La Testa vendeva Zyklon a diversi tassi di concentrazione. Le fatture presentate agli uffici municipali o ai clienti privati per la disinfestazione degli edifici portavano colonne stampate C, D, E, F, ogni lettera corrispondeva a una categoria di concentrazione del prodotto” (Hilberg R: “La distruzione degli ebrei d’Europa”, Torino,1999 p.1003 e relative note 115 e 116; nota 115 “Reickskommissar Ostland/Divisione della Sanità al Reichskomissar/Amministrazione 28, febbraio 1942, allegato alle spiegazioni dei prezzi sullo Zyklon forniti da Weinbacher (Testa) al dottor Ferdinand (Divisione della Sanità), 21 febbraio 1942, e ordine di servizio per la disinfestazione di edifici vuoti del Ghetto di Riga, 2 marzo, 1942, T 459, Roll3” e nota 116 “Höss, Kommandant cit, pag. 159. Si usava la stessa concentrazione per la disinfestazione dei vestiti: ibid. La maggior parte dei documenti riguardanti la fornitura di gas ai campi, porta solamente “Zyklon”. Vedere, tuttavia, la corrispondenza del 1944, dove appare la definizione B, nei documenti NI-9909 e NI-9913”).

THE LEUCHTER REPORT
Mattogno si occupa della mia critica al Rapporto Leuchter : mi compiaccio del giudizio negativo sul falso ingegnere, che pensò di dimostrare l’inesistenza delle gassazioni di massa nei lager nazisti, confrontando le basse concentrazioni dei cianuri nelle camere a gas omicide con le alte concentrazioni nelle camere di disinfestazione; rimango francamente deluso quando esamina “uno degli argomenti addotti da Rotondi”: la possibilità di usare Zyklon a dosi più basse rispetto a quelle proposte da Pressac, argomento in passato da lui stesso definito però “ragionevole”.
Si rifà ai penitenziari americani in cui “con una concentrazione di 3,200 parti per milione di acido cianidrico, corrispondenti a 3,83 grammi per metro cubo, la morte(..) subentra dopo circa 9 minuti”; fa notare che mentre nelle suddette strutture l’acido cianidrico è prodotto immediatamente, nelle camere di disinfestazione “l’evaporazione dell’acido cianidrico dal suo supporto inerte è molto lenta, circa 2 ore” e riporta un diagramma in base al quale “per ottenere la concentrazione letale di circa 4 grammi per metro cubo in circa 9 minuti(…) sarebbe stato necessario un quantitativo di Zyklon B 23,3 volte superiore(..) oltre 90 Kg !”, ironizzando sui “testimoni che raccontano della morte delle vittime in 5 minuti con qualche chilogrammo di Zyklon B” e “secondo Rotondi con 1 kg”.
A tali erronee valutazioni va fatta più di un’obiezione:
1. Non ha senso confrontare l’esecuzione di un singolo individuo in una camera a gas di una penitenziario americano con lo sterminio simultaneo di migliaia di persone in un unico locale
, ignorando il ruolo di una serie di fattori concomitanti, quali ad esempio le differenti concentrazioni di ossigeno e di anidride carbonica.
2. La concentrazione immediatamente letale per l’uomo - conosciuta dai nazisti perché segnalata, non solo nell’opera citata da Mattogno, ma anche in altre coeve (Patty FA, J. Industr. Hyg, 2, 631,1942) o più recenti (Documento del Michigan Department of Environmental Quality 05.01.2001) - non è 4 gr/m3 ma di oltre 10 volte inferiore ossia di di 270 ppm (parti per milione) corrispondente a 0,3 gr/m3.
E’ paradossale che anche per Franco Deana, suo abituale coautore recentemente scomparso, “un qualsiasi tecnico specializzato, applicando la formula di Haber, avrebbe stabilito che era sufficiente impiegare 0,3 mg/litro di HCN che avrebbe procurato la morte in 3 minuti e 20 secondi” ed è altrettanto curioso che lo stesso Mattogno nel suo "Olocausto: dilettanti allo sbaraglio" abbia scritto“mentre nelle camere a gas per ragioni “umanitarie” si usava una concentrazione di HCN 12 volte superiore a quella rapidamente mortale, nelle presunte camere a gas omicide, dove le ragioni “umanitarie” non esistevano affatto, fossero necessarie concentrazioni 40-67 volte superiori”: risultati sostanzialmente corretti nonostante sia Mattogno che Deana commettano l’errore di usare la “formula di Haber” notoriamente non applicabile ai cianuri.
3. Il tempo di “1 al massimo 2 ore”, necessario per gran parte dell’evaporazione, varia con il variare della ventilazione ed è valido per temperature inferiori a quelle presenti nelle camere a gas (Irmscher R: “Zeitschrift für hygienische Zoologie und Schädlingsbekämpfung”, 35-37,1942). Infatti 2000 persone accalcate una sull’altra producevano 3000 Kcal al minuto, sufficienti a far superare la temperatura di ebollizione dell’HCN in pochi minuti, senza considerare che la produzione di calore da parte dell'organismo aumenta moltissimo in condizioni di stress. Abbiamo comunque già visto che non era necessario raggiungere una concentrazione di 4 gr/m3.
4. Un Kg di Zyklon non è “il dosaggio secondo Rotondi ma quello riferito da Bendel che parla di 1 Kg per 500 persone, quindi di 3-4 Kg e non di 1 kg per gasazione, dosaggio sicuramente più che sufficiente - visto che la concentrazione minima letale sull’uomo è di 1mg/kg (Gettler AO, Baine JO, Am. J. Med. Sci., 195, 182, 1938, DOC. NI-9912) - e assai più basso di quello “secondo Aynat” che, parla di soli 140 gr di acido cianidrico per 2000 persone in un articolo in cui ”materiali, critiche e consigli sono state forniti dal ricercatore italiano Carlo Mattogno”… (Aynat E: "Crematoriums II and III of Birkenau. A critical study" JHR, vol 8, n 3, p.303, 1988). La conclusione secondo cui “sarebbe stato necessario un quantitativo di acido cianidrco 20 volte superiore a quello normalmente impiegato per la disinfestazione !” è perciò da ritenersi sicuramente scorretta, nonostante il punto esclamativo...

TIFO PETECCHIALE
Sul tifo petecchiale fa una confusione enorme, giustificata in parte dal fatto di non avere preparazione medica.
Ho sostenuto nel mio libro che tale malattia non poteva giustificare il grande numero di morti ad Auschwitz poiché nei registri furono certificate solo 2060 morti per tifo a fronte di oltre 25.000 per cardiopatie, epidemiologicamente non spiegabili, se non pensando a uccisioni spacciate per morti cardiache.
Mattogno interpreta questa semplice deduzione a modo suo, facendo strani calcoli e accusandomi di “menzionare 103.000 morti”, cifra che non si capisce da dove sbuchi? “Mistero” per dirla alla Mattogno.
Mi spiego nel modo più elementare possibile: parlo di una popolazione di morti troppo giovane per giustificare una tale mortalità cardiaca, perché costituita da 59.000 morti di età inferiore a 50 anni e da 44.000 morti di età inferiore a 40 anni.
Mattogno maldestramente somma 59.000 a 44.000 e giunge a sostenere che io menzioni 103.000 morti. E’ invece fin troppo chiaro che i 44.000 morti fanno parte dei 59.000 morti di età inferiore ai 50 anni….a parlare di 103.000 morti è Mattogno e non certamente io.
Sul significato di popolazione “mediamente giovane” fraintende e non comprende che mi riferisco al significato statistico di "età media" (Σx/n) uguale alla somma di tutte le età divisa per il numero degli individui e forse per questo non considera giovani i morti tra 0 e 30 anni!
Fa quindi una serie di ipotesi prive di ogni attendibilità scientifica dato che la statistica si fa con le diagnosi mediche non presunte ma accertate.
Ciò che è certo è i certificati di morte per tifo rimangono 2060. Il resto sono ipotesi senza valore e non si capisce perché per una stessa causa di decesso, talora si dovesse porre diagnosi di “tifo” e il più delle volte di morti cardiache.

NO HOLES NO HOLOCAUST
Sulle aperture per l’introduzione di Zyklon nei tetti nelle camere a gas, riassumo la questione. Inizialmente per i negazionisti questi fori non esistevano è ciò avrebbe confermato che le camere a gas non potevano essere esistite, mancando il sistema di introduzione del veleno nei locali. Dimostrata l’esistenza di tali aperture, si è detto che le avevano fatte i russi, che forma e centimetri (in un edificio distrutto con la dinamite…) non corrispondevano, che i tondini di ferro erano piegati ecc. ecc.
Mattogno afferma di averle “ispezionat(e) già nel 1990!”: ma allora perché non ne ha parlato immediatamente?
Esistono foto con immagini riferibili alle strutture di introduzione dello Zyklon; all’inizio un certo John Ball ha sostenuto che erano state contraffatte, dopo che Nevin Bryant, esperto della NASA presso Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, ne ha dimostrato l’autenticità, ci si è inerpicati in altre teorie, salvo continuare imperterriti a propagandare le sconclusionate ipotesi iniziali di Ball. E i testimoni? Da prendere "a pedate nel fondoschiena", concordi nel complotto antinazista e inattendibili perchè “vittime”, non dei nazisti attenzione !, quanto piuttosto “della serrata propaganda dei vari movimenti di resistenza clandestina del campo” .
Sull’interpretazione di Drahtnetzeinschiebvorrichtung (dispositivo di inserimento in fil di ferro) e di Holzblenden (coperchi di legno), cercherò di far tesoro delle lezioni di tedesco, in attesa di capire però a cosa si riferissero questi termini visto che l’ipotesi più logica di dispositivo di inserimento per lo Zyklon B con relativi otturatori non è ovviamente accettata da Mattogno; nel contempo una revisione del vocabolario italiano consentirebbe a Mattogno di appurare che “nappa” e “falda” sono sinonimi e una più attenta rilettura della punteggiatura gli permetterebbe di interpretare correttamente qualche presunto “strafalcione”...

CREMAZIONI ALL'APERTO
Non comprendo perchè Mattogno inizi il capitolo sulle fosse di cremazione con una lettera sul rendimento dei crematori e non delle cremazione all’aperto.
Anche su tale punto il “revisionismo olocaustico” ha seguito un iter analogo al precedente. Inizialmente le fosse di cremazione non esistevano (“nessuna traccia di fumo, nessuna traccia di fosse, di cremazione o no, ardenti o no, nessuna traccia di terra estratta dalle fosse (…) nelle zone cruciali del crematorio V”) e le cremazioni all’aperto erano ritenute tecnicamente impossibili; quando in quelle stesse stesse foto è apparso finalmente il fumo si è detto che le cremazioni all’aperto - prima, non solo inesistenti, ma addirittura impossibili - erano state rese necessarie dalla carenza di coke o dal malfunzionamento dei forni e non dalla mole di cadaveri da eliminare; e infine in quelle stesse foto, con “nessuna traccia di fumo” , si è arrivati finanche a valutare superficie fumante e forma per dimostrare “irrefutabilmente” che “la storia delle cremazioni di massa a Birkenau nel 1944” è falsa. Aristotelicamente “chiusa la questione”.

FORNI CREMATORI
Sulla questione dei forni crematori, effettivamente molto complessa, pur non avendo competenza specifica (come puntualizzato nel mio libro), mi permetto comunquedi fare alcune considerazione.
Esiste un documento con una capacità di cremazione dei 5 crematori di 4.756 cadaveri al giorno: Mattogno scrive “Rotondi presenta la questione come se io avessi fatto un’affermazione infondata e Pressac mi avesse opposto questo documento (di cui conosceva solo una trascrizione) e io non avessi replicato nulla”. Avrà letto distrattamente il mio libro perché io ne parlo, non come risposta di Jean-Claude Pressac a Carlo Mattogno ma a Fred Leuchter, anche perché il farmacista francese, che io sappia, non ha mai polemizzato pubblicamente con il revisionista italiano.

Ci informa di aver “chiesto conto a Pressac delle assurdità contenute in tale documento”, come se a scriverlo sia stato Pressac che, fra l’altro, definì la cifra di 4756 corpi “grossolanamente esagerata”… , non ci fornisce altre spiegazioni e ci rimanda all’ennesimo articolo che avrei avuto il torto di non citare.

Non dice perchè abbia usato, per la stima del consumo di coke, un forno che, essendo a “tiraggio aspirato”, consumava più coke, forno poi sostituito nel calcolo della durata delle cremazioni con uno molto più vecchio.

Non accenna alla possibilità di usare la legna presente in abbondanza nel bosco vicino

Non spiega quali siano i “pressupposti congetturali ed errati” sulle cremazioni a Gusen di 25,2 minuti per corpo, rimandandoci alla solita nota, né perché, “aggravante” o non “aggravante”, per la durata della muratura refrattaria si rifaccia a un forno elettrico.

Assicura che gli impianti di inizio secolo per le carogne animali erano “molto più simili ai forni di Birkenau di quanto si possa credere” (reputando evidentemente che la struttura corporea delle vittime fosse simile a quella di vitelli e maiali) e i forni funerari dell’ '800 tecnologicamente più avanzati di quelli di Auschwitz che, pur progettati per eliminare migliaia di corpi al giorno, erano più “rudimentali” sia di quelli “ultramoderni attuali” che di quelli ottocenteschi: un’evoluzione tecnologica a singhiozzo…

Sull’ipotesi di poter usare i forni a ciclo continuo, cita parte delle mie riflessioni, omettendone le conclusioni: “Un uso dei forni a ciclo continuo appare effettivamente improbabile”; ironizza sul fatto che mi sia dilungato “in due pagine abbondanti” su un brevetto di un forno, per poi rispondere limitandosi “allo stretto indispensabile” ovvero due pagine abbondanti con relative note, riservandosi di fornire anche ulteriori spiegazioni …

Cita ancora parzialmente una mia frase (“… un processo di cremazione analogo a quello descritto nella testimonianza di Tauber era teoricamente possibile”) che letta completamente acquista un senso completamente diverso (“È improbabile che un enorme forno del genere, il cui progetto viene definito idiota da Pressac, abbia mai funzionato ma è importante tener presente che anche questo brevetto dimostri che un processo di cremazione analogo a quello descritto nella testimonianza di Tauber era teoricamente possibile”).

Accusa Zimmerman, e indirettamente me che l’ho citato, di riferirsi ad un lavoro del 1875 dopo averlo criticato per averne citato uno del 1927. Non si tratta di applicare due pesi e due misure: il lavoro del 1875 non è usato per estrapolare dati da applicare a forni più moderni ma solo per evidenziare che, già mezzo secolo prima di Auschwitz, il cadavere di un adulto poteva essere cremato in 50’ e quello di un bambino in 25’; Mattogno di contro usa dati relativi a forni più vecchi, peraltro usati per le carogne animali, e li applica a forni più moderni e con diversa destinazione d’uso

LE GASSAZIONI CON OSSIDO DI CARBONIO
Mattogno ribadisce che le gassazioni con ossido di carbonio a Majdanek non sono esistite anche perché le bombole presenti nel campo recano l’iscrizione CO2 (anidride carbonica) e non CO (ossido di carbonio).
Avevo obiettato che:

1. potessero essere state contrassegnate con la formula dell’anidride carbonica per celarne l’utilizzazione;

2. ne erano state trovate anche altre;

3. l’iscrizione CO2 non dimostrava che non avessero potuto contenere CO o che esse, prima usate per contenere CO2, non potessero essere state poi riempite con CO;

4. contava il contenuto e non la denominazione del contenitore;

5. una perizia aveva evidenziato in quel campo un filtro per CO, contenitori vuoti per CO e barattoli di Zyklon;

6. dei test avevano confermato la presenza sia di HCN che di CO.

Mattogno mi chiede sarcasticamente perché non “cancellare dalle etichette dei 535 barattoli di Zyklon B trovati a Majdanek dai sovietici la scritta “Giftgas!” (Gas tossico) e sostituirla con un più innocuo “Zucker” (zucchero). O riempire di Zyklon B dei barattoli di zucchero”: perché una bombola riempita con CO non poteva avere altro scopo di quello omicida mentre lo Zyklon era usato anche come semplice disinfestante.
Se lo scopo degli “inattendibili periti" fosse stato di creare prove contro i nazisti, sarebbe stato certamente molto più facile usare le 5 bombole fotografate, e quindi esistenti, con la scritta “Ossido di carbonio 150 atmosfere” anzicchè farle sparire. Che io mi sia riferito a un documento, pare scoperto da Mattogno, non mi sembra così scandaloso; non sapevo che “scoprire” un documento ce ne rendesse titolari del diritto di citazione.
Traggo spunto per ricordare, a proposito di ossido di carbonio, che sull’uso di tale gas all'interno dei camion esistono vari documenti tra cui uno del 16 maggio 1942 “Il luogo dell’esecuzione si trova generalmente lontano da 10 a 15 km dalle strade principali, dunque di difficile accesso(..)Se le persone da uccidere sono condotte con i camion o a piedi, capiscono immediatamente ciò che aspetta loro e si agitano , cosa che conviene evitare quanto possibile. La sola soluzione che resta consiste nel caricarli nei furgoni sul luogo del raduno e quindi condurli fino al luogo dell’esecuzione. Ho dato ordine di camuffare i furgoni del gruppo D in roulotte(…). Questi furgoni sono diventati così conosciuti che non solo le autorità ma anche la popolazione civile li chiama “i camion della morte” (..)Per finire il più velocemente possibile, l’autista spinge sull’acceleratore a tutto gas. Così i destinati all’esecuzione muoiono di asfissia piuttosto che attraverso la perdita della coscienza, come previsto” e un altro altrettanto esplicito del 5.6.42 con le raccomandazioni per rendere più efficienti gli “Spezialwagen”, già usati su 97.000 “soggetti trattati” con CO.

THE RUDOLF REPORT E LA RISPOSTA DI RICHARD J. GREEN
Mattogno dice che, non essendo chimico, non può valutare la fondatezza delle osservazioni di Richard J. Green, a cui però il chimico Germar Rudolf replicherà ammettendo “Chemistry is not the science which can prove or refute any allegations about the Holocaust rigorously”. Riproponendo una sgradevole parabola su forni e pizze, decide nondimeno di ritornare sull’acidità delle pareti che avrebbe contribuito a ridurre la concentrazione di cianuri, pareti che Rudolf rende prima alcaline e poi acide, per rendere possibile la formazione del Bleu di Prussia, pigmento che può formarsi dopo esposizione ai cianuri.
Parla “delle conclusioni di Green”, riportando una mia frase, e chiede “perchè le altre presunte camere a gas omicide originali in cui, secondo la storiografia olocaustica, furono eseguite soltanto gasazioni omicide (Stutthof, Majdanek) presentino sulle pareti interne e perfino su quelle esterne una vasta e intensa pigmentazione di blu di Prussia: ma non furono “lavate” anch’esse? E i tempi di gasazione non furono “esigui”, anzi, per l’irrisorio numero delle pretese gasazioni omicide, immensamente più esigui che a Birkenau ?”
Ripeto che il bleu di Prussia è un marker specifico ma poco sensibile ossia la sua presenza dimostra con una certa attendibilità l'esposizione ai cianuri ma la sua assenza non la esclude: può comparire nelle camere di disinfestazione e non nelle camere a gas, entrambe esposte allo Zyklon ma con tempi e concentrazioni diversi.
Non è poi vero, come ben sa Mattogno, che per tutta la “storiografia olocaustica” quelle camere siano state solo camere a gas omicide; dovrebbero piuttosto essere Rudolf e Leuchter a dirci perché i cianuri non siano stati dosati a Majdanek e a Stutthof, visto che anche lì si ritiene esistessero camere a gas: forse perchè avrebbero trovato alte concentrazioni non in linea con le loro argomentazioni?
Reputa Mattogno che i crematori di Auschwitz, demoliti con la dinamite, si trovino nelle stesse condizioni di quelli di Majdanek ? E' possibile che a Majdanek, proprio per l’esiguo numero di gasati e la minore esperienza, venissero usati tempi e dosaggi analoghi a quelli delle disinfestazioni, data “l’enorme disponibilità” di Zyklon. I muri di Majdanek sono inoltre protetti da una tettoia che li ripara dalla intemperie, tettoia che non è quella “ già in fase di smantellamento alla liberazione del campo” cui fa riferimento Mattogno ma un’altra installata successivamente in sostituzione della precedente.
E' da rimarcare che evidentemente neanche Franco Deana credeva al valore dei prelievi di Leuchter e Rudolf se arrivò a dichiarare “nelle camere di disinfestazione dagli insetti la concentrazione di HCN era più di 20 volte maggiore di quella che sarebbe stata necessaria nelle camere a gas e vi persisteva per un tempo almeno 20 volte maggiore, quindi la possibilità di assorbimento di HCN da parte delle murature delle camere di disinfestazione era almeno 20x20 = 400 volte maggiore di quella della muratura delle camere a gas”.
Mattogno si trattiene per 5 pagine sulla questione, a mio parere accademica (essendo gli addetti muniti di maschere) della ventilazione delle camere a gas, quando pure il suo coautore che mi vedo obbligato a citare nuovamente, dichiarava “usando questa quantità di acido, necessaria e sufficiente, l’accesso al locale per la rimozione dei cadaveri sarebbe risultata possibile anche senza far azionare gli eventuali ventilatori”, non eventuali perchè esistenti.

Non parla dello studio effettuato dall'Istututo di Medicina Legale dell’Università di Cracovia né sull’indifendibile Rapporto Lüftl.

CONCLUSIONI
In una rassegna bibliografica che si limita prevalentemente a citare lavori scritti da altri, riservandosi dei commenti, replicare alle critiche di Mattogno è stata probabilmente una forzatura, dato che gli autori citati -tranne gli scomparsi Pressac e Wellers - non avrebbero bisogno del mio aiuto per rispondere se lo ritenessero opportuno.
Ho esposto delle tesi, penso pacatamente, concordando con alcune e rifiutandone altre: se queste “Riflessioni sul negazionismo della Shoah” siano completamente infondate, come reputa Mattogno, saranno altri a stabilirlo.
Al di là di formule e perizie rimane la domanda alla quale nessun negazionista può dare risposta:
se non sono stati uccisi, indipendentemente dal sistema usato, che fine hanno fatto i milioni di ebrei, zingari, testimoni di Geova e omosessuali trasportati nei treni, mai registrati nei campi e scomparsi per sempre nel nulla?

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